Settembre: tempo di buoni propositi che non verranno mai rispettati, tempo di esami, tempo di lavoro e lezioni che ricominciano e soprattutto tempo di nostalgia delle vacanze.
Tornare alla solita routine fa venire voglia di ripartire subito, ma poi iniziamo a rovistare nel portafoglio e allora facciamo “ciao ciao” all’idea di una (nuova) vacanza. Insomma, siamo studenti fuorisede, e che fuorisede saremmo se non fossimo squattrinati? È per questo che oggi vi voglio raccontare della mia vacanza a Barcellona super low-cost. L’anno scorso d’estate non sono andata in vacanza (tra gli esami da preparare e i prezzi proibitivi di voli e hotel), ma avevo proprio voglia di partire. Allora ho pensato: ma se si andasse a Barcellona?
Innanzitutto parliamo del periodo: se vogliamo fare una vacanza a basso budget dobbiamo scordarci luglio, agosto, Capodanno e il ponte di Pasqua. Io sono partita a fine novembre: ormai i prezzi sono quelli della bassa stagione, lontani dalle festività, e il clima sulla costa spagnola è ancora mite (Park Guell me lo sono vista in maniche corte!).
A Barcellona El Prat, l’aeroporto della città, arrivano voli economici, come quelli di Ryanair: ho prenotato i biglietti nel periodo in cui la compagnia faceva gli sconti per il lancio del nuovo sito e ho pagato 20 euro in tutto tra andata e ritorno (ora, prenotando con il giusto anticipo, si trovano anche a 15-19 euro per tratta, per un totale inferiore ai 40 euro).
Anche la giusta scelta dell’hotel è fondamentale. Io odio l’idea di andare in un ostello. Sarà che, anche se spendo poco, voglio trovare una camera tranquilla senza condivisione di spazi, docce, o cose varie. Per questo ho iniziato a spulciare Booking.com alla ricerca della migliore offerta. E signore e signori...3 notti in hotel 4 stelle a 160 euro in tutto (eravamo in due, quindi 80 euro a testa, che sommati ai 20 del volo fanno solo 100 euro!).
L’hotel (Hotel Alimara) non è per nulla vicino al centro (per questo il prezzo è stato così accessibile), ma sorge accanto ad un polo universitario, che ha la comodità di avere la fermata della metro a due passi. Con la metro, dall’hotel, in 15 minuti si arriva in Placa de Catalunya: il cuore nevralgico della città. Il carnet da 10 corse ha un prezzo piuttosto contenuto (e per me un carnet solo, in 3 giorni, è stato più che sufficiente).
Per tenere basso il prezzo dell’hotel, ho optato per l’opzione senza colazione (che altrimenti fanno pagare veramente tanto): ho preferito far colazione ogni giorno in posti diversi, provando Dunkin’ Donuts appena arrivata (lo so, lo so, “i fast food nooo e gni gni gni”, ma che ci posso fare?! Quelle ciambelle erano troppo belleeee!), per poi provare qualche specialità della Boqueria e per fermarmi, alla fine, in un panificio che produceva dolcetti tipici, nel tragitto per Park Guell (tutte colazioni costate inotorno ai 2-3 euro).
Parlando della Boqueria, per chi non sapesse cos’è, è il mercato coperto centrale, che si trova a lato della Rambla, l’enorme pittoresca via che porta verso il mare. A La Boqueria si viene travolti da un insieme di profumi e di colori spettacolari, che mi hanno tenuta a fissare a bocca aperta ogni singolo banchetto. Qui si possono assaggiare salumi tipici (come il Jamòn Serrano, che vedete nella foto), formaggi, pesce cucinato al momento, macedonie con frutti particolari e coloratissimi smoothies e centrifugati. Tutto costa pochissimo: basti pensare che per una macedonia o una spremuta chiedono solamente un euro! Insomma, La Boqueria è una tappa obbligata, anzi, un posto in cui tornare anche più di una volta durante il soggiorno.
Usciti da questo magico mercato ci si ritrova sul La Rambla, nel caos frenetico della città (anche se a fine novembre era anche relativamente tranquilla): su ogni lato ci sono negozietti e bancarelline, insieme a diversi ristoranti che propongono piatti tipici (in particolare la paella). Trattandosi della zona con la più alta concentrazione di turisti, non è il posto migliore per mangiare questo piatto: spesso i ristoratori tendono a “fregare” i clienti con prodotti surgelati. Insomma, la Rambla non è il posto in cui un vero Barceloneta mangerebbe la paella!
Ma, spostandoci di poco, in una viuzza laterale a lato della Boqueria, ho trovato un posticino niente male in cui fare sosta per pranzo: “A Tu Bola”, un locale seminascosto che propone solamente polpette per tutti i gusti e in tutte le salse! L’ho trovato così particolare che non ho potuto evitare una sosta: cibo delizioso, con menù completo (polpette, salsa, contorno, acqua, dolce) a 9 euro. Secondo me vale proprio la pena andarlo a cercare!
Sempre parlando della Rambla, un posto che non dimenticherò facilmente è il Bosco delle Fate, un locale magico accanto al museo delle cere. Quando si entra, ci si ritrova catapultati in una foresta incantata, tra alberi con facce intagliate, ruscelli, e un cielo artificiale che simula giorno, notte e temporale. Un posto incantevole, dove trascorrere una mezz’oretta di tranquillità sgranocchiando tapas, o anche solo per un caffè, dimenticandosi del caos della Rambla.
Uscendo e camminando ancora un po’ ci si ritrova al mare, dove si può trovare un grosso centro commerciale e molti locali.
Ovviamente non si può fare a meno di andare a visitare Park Guell, ma armatevi di buona volontà: la salita non è di certo piacevole (soprattutto se, come me, vi rendete conto solo alla fine dell’esistenza di una scala mobile!). Visto che, come vi ho detto, la vacanza era a budget mooolto limitato, abbiamo preferito non pagare il biglietto per il tour all’interno (che, tra l’altro avevo già visto), ma abbiamo optato per una passeggiata tutt’intorno: nonostante fosse quasi inverno, sono rimasta in maniche corte, a godermi il tepore, la tranquillità ed una vista mozzafiato. Come non siamo entrati nel parco, così vi sconsiglio l’entrata nelle case di Gaudì: molto costosa per quello che effettivamente c’è da vedere. Casa Milà e Casa Battlò sono bellissime da ammirare anche solo dall’esterno, e vi eviterete code chilometriche.
Ovviamente non si può dimenticare la Sagrada Familia, ma visto che io penso sempre al cibo, vi dirò la verità sul perchè sono capitata da quelle parti: in una vietta a pochi metri dalla Sagrada c’è un ristorante che fa del pesce spettacolare! 😀 Avete presente i 20 euro che avete risparmiato non entrando nelle case di Gaudì? Ecco: è il momento di spenderli! “La Paradeta” è una pescheria che cucina il pesce sul momento: basta entrare, indicare il pesce che si vuole (tra una vastissima scelta di pesce frschissimo!), loro lo spediscono in cucina e dopo qualche minuto avrete dei gamberoni, delle vongole, o dei totani (o qualsiasi cosa abbiate scelto) che popoleranno i vostri sogni per molti mesi dopo il vostro rientro a casa!
(Non me ne vogliano gli amanti dell’arte: quando si va con budget limitati, bisogna sacrificare qualcosa, e sia mai che io sacrifichi il pesce!:D)
Un’altra cosa interessante (ma del tutto casuale, quindi magari, se decidete di partire informatevi su eventuali iniziative simili), è stato ritrovarsi nel bel mezzo di una festa di quartiere. Si trattava di una via piena di enoteche e di negozi di cibo, che festeggiavano un qualche anniversario (perdonate se non ricordo cosa, ma sapete com’è, il vino…). Ogni negozietto aveva messo per strada uno stand e offrivano assaggi gratis, o “tapas” (i loro stuzzichini) a 1 o 2 euro: tutte cose deliziose e tipiche della zona.
Quindi (perdonatemi, ma ormai lo sapete, sono loggorroica: parto con l’idea di scrivere due righe e poi mi ritrovo con un poema), vi dico che una vacanza bellissima con pochi soldi in tasca e a misura di fuori sede SI-PUO’-FAREEEE! Spero che queste poche dritte vi possano tornare utili nel caso voleste partire. Ovviamente sono solo spunti e consigli, e di certo in 3 giorni non ho potuto visitare tutto (buon motivo per ritornare!), ma è stata comunque una bella vacanza che ripeterei ancora parecchie volte 😀